Erto e Casso (lor.pad.)
La "pedonata" sui percorsi della memoria del Vajont è stata ideata
dall'Associazione superstiti del Vajont per promuovere una nuova
attività di richiamo alla memoria del disastro del 1963, principalmente
con il coinvolgimento dei giovani dei quattro Comuni colpiti, per
creare, attraverso lo sport, un fondo di solidarietà da devolvere in
aiuti umanitari. La gara, non competitiva, percorrerà tratti di strade
interrotti o distrutti dal Vajont che hanno caratterizzato storicamente
le vie di collegamento tra la Valle del Piave e la Valcellina, nonché
antiche vie di comunicazione a piedi per le genti di Casso, di Erto, di
Castellavazzo e Longarone. Sarà, quindi, un suggestivo passo indietro
nel tempo poter percorrere tracciati ricchi di storia come la vecchia
strada del Colomber, le gallerie, il ponte canale, la cava dei Pascoli,
l'intero coronamento della diga, attraversare la frana del Toc,
transitare per la vecchia Erto e poi per il trui dal sciarbon, salire a
Casso, scendere a Codissago per il troi de Sant'Antoni e raggiungere
Longarone per la zona Malcolm. La
manifestazione in programma domenica mattina con partenza da Longarone
alle 9 e arrivo a Erto all'ora di pranzo con possibilità di rientro a
Longarone con un bus navetta messo a disposizione dall'organizzazione
apre di fatto le celebrazioni per il 44. anniversario del disastro del
Vajont, che si concluderanno il 9 ottobre con una serie di attività in
memoria delle 2mila persone che persero la vita a causa della
gigantesca ondata scaturita dalla frana del monte Toc. Quest'anno sarà
anche possibile visitare il coronamento della diga e utilizzare il
sentiero a codici, approntato dal Parco delle Dolomiti Friulane in
collaborazione con l'Università di Udine per poter ricevere,
direttamente sul telefonino, le informazioni relative a quei terribili
giorni che hanno segnato la storia di un'intera comunità e resteranno
per sempre nella memoria di tutti gli italiani. Per
capire quale sia l'impatto che ancora oggi quella tragedia ha
sull'opinione pubblica, basti ricordare che ogni anno l'area della diga
viene visitata da circa 100mila persone, che dopo aver raggiunto la
zona della frana, sostano per lunghissimi minuti in silenzio volgendo
lo sguardo alla montagna che non c'è più e ai paesi che sono stati
spazzati via. |